Scritto dal dr. Stefano Petti
Recentemente si sta sviluppando tra gli sport acquatici l’Apnea, una disciplina nota da tempo negli ambienti dei pescatori subacquei, ma che adesso è praticata soprattutto per ottenere come obbiettivo principale una crescita spirituale tramite il dominio dell’aria dentro di noi.
L’APNEA è il ritiro dei sensi dal mondo esterno nel sé interiore dove le distrazioni esterne non riescono a superare la soglia del mondo interiore.
La vita che conduciamo continua nel quotidiano a creare in noi situazioni di stress il cui corredo emozionale è tale da generare ritmi respiratori disarmonici, parziali, segmentati, sincopati; frequenze respiratorie, insomma, in balia dell’ansia e dei pensieri immaginanti negativi che con incessante automatismo si succedono durante la giornata.
Trattenere il respiro può essere visto quindi come l’interruzione della catena di eventi pessimistici che affollano la nostra mente, semplicemente perché ci trasporta in una dimensione dove il pensiero negativizzante viene dissolto insieme al ritmo caotico ed ansioso del respiro che questo pensiero produceva.
E’ come una brusca frenata che ci libera dall’essere passivamente trasportati lì dove non l’abbiamo chiesto, e che ci fa riscoprire gradualmente più “centrati”, “allineati” e capaci di riappropriarci dei nostri sensi.
Abbiamo così il “potere” di ottenere un armonia interiore che a sua volta crea armonia all’esterno. L’Apnea diventa allora una esigenza, una disciplina del corpo e della mente che per realizzarsi efficacemente si deve configurare come una tappa di un cammino interiore che si perfeziona con l’apprendimento della regolazione e del raffinamento dell'inspirazione, dell'espirazione e del trattenimento del respiro.
Imparare a controllare e incanalare il respiro vitale, ottimizzando così il maggior incameramento di energia (Prana) induce un'attitudine introspettiva e apre le porte della conoscenza spirituale.
L’apprendimento dell’apnea ci incanala in un cammino che nell’elemento acqua ci offre l’ambiente dove realizzare il nostro tuffo simultaneo: nella profondità del mare e nella profondità della nostra mente.
dr. Stefano Petti
Grazie di questo interessante e particolare articolo!
RispondiEliminaNon possono condividere quanto scritto in quanto l'apnea non rientra nei miei interessi, ma sono convinto che lo stesso stato di pace, quiete e distacco dalla frenesia di tutti i giorni lo si possa trovare in qualsiasi paradiso naturale che sia il meno contaminato dall'uomo.
Amo la montagna e spesso, per non dire sempre, quando mi trovo davanti a quegli spettacoli che la natura regala continuamente, mi viene spontaneo riflettere sul significato dell'esistenza, pensieri che a loro volta contribuiscono alla propria pace interiore.
Quindi, acqua o "terra", sono convinto che ogni elemento e contesto naturale si tratti, in base alle proprie preferenze, rappresenti proprio il luogo ideale per "il tuffo simultaneo".
Grazie di nuovo
Grazie per aver riportato la tua esperienza di relax caro Lele. Anche io conosco poco l'apnea, però posso dirti che amo fare snorkeling. Davvero un'esperienza che ti mette pace. Ho avuto la fortuna di praticarlo anche nella barriera corallina più grande del mondo: quella Australiana!
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