L’aumentato introito di cibi carboidrati ad alto indice glicemico è risultato associato in modo significativo a un maggior rischio di sindrome coronarica cronica. Il consumo di carboidrati con alto indice glicemico – un indicatore di quanto velocemente un cibo influenza i livelli sanguigni di glucosio – sembra essere associato con il rischio di patologie coronariche nelle donne ma non negli uomini, secondo un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Archives of Internal Medicine.
Sulla base delle risposte, i ricercatori hanno calcolato l’introito complessivo di carboidrati così come l’indice glicemico medio degli alimenti consumati dai soggetti, mettendo poi in correlazione tali parametri con i 463 casi (158 maschi e 305 donne) d’insorgenza di malattia coronarica registrati nel follow-up.
Il 25 per cento delle donne con il maggior consumo di carboidrati mostrava un rischio di patologia approssimativamente doppio rispetto al 25 per cento caratterizzato dal consumo minimo. Quando poi i carboidrati sono stati suddivisi in carboidrati ad alto e a basso indice glicemico, l’aumentato introito di cibi della prima categoria è risultato associato in modo significativo a un maggior rischio di sindrome coronarica cronica, a differenza della seconda categoria.
"Si può concludere così che è il consumo di carboidrati da cibi ad alto indice glicemico, e non la quantità di carboidrati consumati, a influenzare il rischio di patologia coronarica", scrivono gli autori. Il 25 per cento delle donne che avevano assunto la dieta con il più alto carico glicemico aveva un rischio di patologia coronarica aumentato di 2,24 volte rispetto al 25 per cento delle pazienti con il carico più basso.
Da sottolineare infine che la stessa correlazione non si ritrova nei soggetti di sesso maschile. "Possiamo ipotizzare che gli effetti avversi di una dieta ad alto indice glicemico nelle donne sono mediati dalle differenze di genere nel metabolismo delle lipoproteine e del glucosio, ma occorreranno ulteriori studi prospettici per verificare l'associazione tra un alto carico glicemico nella dieta e il rischio cardiovascolare nell'uomo", concludono i ricercatori.
L'indice glicemico (IG) rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di 50 grammi di carboidrati. La velocità si esprime in percentuali prendendo il glucosio come punto di riferimento (100%).Un indice glicemico pari a 50 indica che l'alimento preso in esame innalza la glicemia con una velocità che è la metà di quella del glucosio. Questo dato è influenzato in primo luogo dalla qualità dei carboidrati, tanto più sono semplici e tanto più l'indice glicemico aumenta. Così, maggiore è l’indice glicemico di un cibo più elevata, di conseguenza, è la velocità con la quale i carboidrati o zuccheri in esso contenuto entrano nel sangue, viceversa nel caso in cui l’indice glicemico dello stesso sia basso.I carboidrati stimolano la secrezione d’Insulina. Più veloce è l’entrata di un carboidrato nel flusso sanguigno ed altrettanto veloce sarà l’impennata dei livelli di Insulina. L’Insulina è un ormone anabolico!Come tale è anche responsabile della crescita del tessuto adiposo (o grasso corporeo) attraverso una aumentata e spiccata conversione dei carboidrati in grassi!Ne risulta, dunque, che più basso è l’indice glicemico di un cibo ed altrettanto contenuta è la relativa secrezione d’insulina e pertanto minore sarà la probabilità che i carboidrati consumati vengano convertiti in grassi!I carboidrati ad alto indice glicemico non sono sempre dannosi, anzi in alcuni casi sono addirittura consigliabili. Per esempio, dopo una attività sportiva intensa l'organismo ha bisogno di una certa quantità di carboidrati per ripristinare le scorte di glicogeno muscolare: i carboidrati AIG ripristinano queste scorte nel modo più efficiente e veloce possibile e quindi vanno utilizzati in questa situazione.
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ALTO INDICE: glucosio, miele, pane bianco, patate cereali, cracker, cereali per la prima colazione. uva banane, CAROTE, riso.
MODERATO INDICE: pane integrale, pasta, mais, arance, cereali integrali per prima colazione, riso brillato.
BASSO INDICE: fruttosio, yogurt, piselli, mele, pesche, fagioli, noci, riso parboiled, latte.
Ciao Marco.
RispondiEliminaGrazie anche di questo articolo che ricorda, in modo semplice e chiaro, quanto è importante seguire una corretta alimentazione cambiando il proprio stile di vita, come suggerisci sempre anche te...
Anche se spesso è più facile dirlo che farlo e portare avanti in modo costante questa sana abitudine richiede anche uno sforzo continuo, è rassicurante sapere che così facendo si evitano con buona probabilità questo tipo di patologie che alla fine cambiano radicalmente lo stile di vita..
Per questo, cambiare per cambiare...forse è meglio cambiare stile di vita e abitudini prima del problema, no?
UN salutone e buon lavoro ;)
Grazie Stefano per il tuo prezioso commento. Una bella spiegazione di cosa è l'Indice Glicemico. Sicuramente un valido aiuto per gli amici che non ne conoscevano ancora il significato.
RispondiEliminaEmanuele grazie anche a te per il commento postato. E' chiaro che cambiare lo stile di vita deve avere una motivazione ancor più valida che mostrare gli addominali a tartaruga. Spesso però ce ne dimentichiamo, ecco perchè insisto molto col ruolo preventivo del movimento e della corretta alimentazione.